“La danza non è tecnica, né un modo di fare le cose,
bensì un mezzo d’espressione
che arriva più vicino di qualsiasi altro
al linguaggio intimo dell’uomo”

G. Borodin

 

 

 

Premessa

La danza è un importante strumento di espressione globale della persona, una forma di manifestazione delle dimensioni profonde della natura umana. La sua capacità di sostenere il benessere attraverso la manifestazione delle emozioni era già nota in molte popolazioni primitive che, attraverso i balli tradizionali, mimavano i propri stati affettivi individuali o di gruppo.

La danza è intesa come un processo conoscitivo che, in quanto tale, si caratterizza per una continua costruzione e ri-costruzione di significato, delineandosi come una forma d’azione che prevede l’utilizzo del corpo come suo strumento principale.

L’uso delle potenzialità terapeutiche della danza in una forma più sistematica, risale a tempi più recenti in cui si sono sviluppate diverse forme di “danzaterapia”. Essa comprende differenti metodi che utilizzano il movimento del corpo, in modi più o meno strutturati, ed in relazione ad obiettivi diversi. Esistono pertanto molteplici approcci, tutti accomunati dal riconoscimento del rapporto che lega mente e corpo, elemento fondamentale che si pone alla base della possibilità di un intervento, mediante la danza, orientato a favorire e sostenere la salute mentale e lo sviluppo psicologico della persona.

Il vero e proprio termine “danzaterapia ” comincia a diffondersi all’inizio del Novecento grazie al contributo di Marian Chace e Trudy Schoop: superando le tradizionali e rigide tecniche di danza classica,  si comincia a porre l’accento sul piacere di ballare e sul benessere che la danza è in grado di donare. Poco più tardi, la ballerina argentina Maria Fux ha fondato un filone di applicazioni della danzaterapia che concepiscono quest’ultima come forme di danza spontanea per migliorare il benessere psicologico e l’integrazione sociale, tanto di soggetti normodotati che di portatori di handicap. 
Tale metodo è stato sperimentato con successo lavorando con tutte le età della vita e con problematiche di disabilità sensoriali visive ed uditive, nonché con handicap psichici e fisici. 

Oggi esistono molte forme di aiuto alla psiche che utilizzano la danza e che vengono adottate in contesti privati, ospedalieri ed istituzionali che lavorano nel settore della salute mentale, o in quelli dell’istruzione e dell’educazione.

 

Destinatari

Il progetto è rivolto a bambini e ragazzi diversamente abili dai 6 ai 18 anni, e ad adulti diversamente abili sino ai 25 anni. L’idoneità alla partecipazione alle attività verrà valutata, caso per caso, dalla Responsabile del Progetto in accordo con il Supervisore Dott.ssa Orietta Sponchiado.

 

Obiettivi

Attraverso la danza, è possibile lavorare stabilendo obiettivi generici volti al miglioramento del benessere psicologico o delle abilità fisiche e mentali. Le aree su cui si andrà a lavorare sono:

  • l’area cognitiva: è possibile favorire l’aumento della consapevolezza di sé e migliorare alcune competenze come la creatività, lo schema corporeo, l’apprendimento di concetti o l’uso di simboli;
  • l’area emotiva: è possibile incrementare la stima di sé e facilitare la connessione con il proprio corpo e le proprie emozioni; potenziare la capacità di manifestare positivamente dei vissuti emotivi, evitando modalità socialmente non accettabili e sostenendo il superamento di paure o fobie;
  • l’area relazionale: per stimolare comunicazione, condivisione e co-costruzione con gli altri membri del gruppo; migliorare le relazioni interpersonali, favorire l’integrazione, e diminuire forme comportamentali disadattive;
  • l’area psicomotoria: in cui è possibile migliorare l’orientamento spaziale, l’equilibrio, e la coordinazione motoria in relazione a prassi specifiche oppure generalizzate.

Dal 2017, è stato introdotto un ampliamento che prevede un approfondimento di aspetti di carattere psicologico-relazionale ritenuti fondamentali per ciascun individuo, quali per esempio emotività ed assertività. Si propone quindi di integrare le attività con obiettivi specifici mirati a:

  •        favorire la capacità di riconoscimento ed espressione delle emozioni
  •        consolidare la conoscenza di un canale comunicativo non verbale
  •        incrementare la consapevolezza di mimica e gestualità
  •     aiutare ciascun individuo ad utilizzare in modo personale e consapevole il proprio corpo per esprimere emozioni, sensazioni e stati d’animo, allo scopo di imparare a leggere criticamente e   decodificare i propri messaggi corporei e quelli altrui
  •        potenziare le capacità relazionali rendendole fruibili all’interno di contesti differenti

La finalità è quella di intraprendere un percorso di lavoro più completo e profondo che si adatti alla crescita e al continuo mutamento delle esigenze del gruppo.

 

Attività

Le attività si svolgeranno per la durata di 60/90 minuti, una volta alla settimana.

Gli incontri prevedono una prima fase di riscaldamento (con esercizi periodicamente proposti dagli stessi utenti), una fase di ballo libero e spontaneo orientato all’espressione del Sé, una fase di esercizi mirati allo sviluppo di specifiche abilità, ed una fase di costruzione di movimenti volti alla rappresentazione di stati emotivi, concetti, ecc.  sotto forma di coreografie.

Le attività prevedono altresì l’utilizzo di alcuni strumenti musicali, allo scopo di lavorare sull’ascolto e la riproduzione del ritmo.

Talvolta è possibile che si verifichi l’opportunità di un’uscita nel territorio, offrendo la possibilità al gruppo di esibirsi in un contesto diverso da quello usuale, ciò allo scopo di favorire il processo di crescita e l’integrazione con le risorse territoriali.

Ogni due anni, a fine progetto, è previsto un saggio dimostrativo aperto al pubblico.

 

 

Responsabile del Progetto

Dott.ssa  Anna Bon